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Museo Vittorino Cazzetta

SEZIONE GEOLOGICA

Museo Vittorino Cazzetta 

Ad introdurre le sale espositive del primo piano, dove si sviluppano le sezioni Geo-paleontologica e Archeologica, in una saletta sono posti due grandi pannelli. Il primo, sulla parete di destra, illustra la nascita ed evoluzione del museo e la figura dello studioso autodidatta Vittorino Cazzetta, nativo di Selva di Cadore. Il secondo, sulla parete di sinistra, aiuta a localizzare i principali rinvenimenti geo-paleontologici e archeologici esposti nel museo e traccia una sintesi, a partire dalla preistoria, della Val Fiorentina; valle che è stata individuata come area di primario interesse (core zone) dall’UNESCO, che ha riconosciuto le Dolomiti Patrimonio Mondiale dell’Umanità.


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Imboccando il lungo corridoio che porta nel cuore della sezione Geo-paleontologica del museo, è subito visibile, in una gigantografia, Vittorino Cazzetta, l’appassionato studioso del suo territorio, al quale il museo è stato intitolato.

Museo Vittorino Cazzetta a Selva di Cadore - Sezione Geologica

I pannelli espositivi che si susseguono in questa galleria introduttiva danno un primo cenno sulla conformazione geologica delle Dolomiti, restringendo l’area al territorio della Val Fiorentina, con due digressioni riguardanti le estrazioni di minerali locali. Sono due i pannelli che ne trattano: uno riferito alla cosiddetta “cava dell’onice” (si trattava di una cava in sotterraneo, molto particolare come origine e come materiale estratto), l’altro riguardante l’estrazione del minerale (siderite manganesifera) dalle vicine miniere del Fursil con le relative vie di trasporto: la così detta “Strada da la Vena” e le varie “Strade del Ferro”. La prima serviva per trasportare il minerale estratto al castello di Andraz , al forno di Armentarola e quindi a Bressanone, le altre per rifornire i vari forni in area della Repubblica di Venezia, e cioè di Selva, Caprile, Pescul, Dont, Forno, Borca di Cadore.

Museo Vittorino Cazzetta a Selva di Cadore - Sezione Geologica

Proseguendo ci si trova in un’ampia sala dove il visitatore è guidato attraverso l’intera storia geologica della valle: pannelli illustrativi, disegni, fotografie,particolari e dettagliate ricostruzioni di antichi dinosauri, campioni di rocce e una ragguardevole e scelta raccolta di fossili, descrivono come si sia modificata questa area durante il Triassico. Tale periodo geologico, compreso tra 251 e 199 milioni di anni fa, è di gran lunga quello maggiormente documentato in tutte le Dolomiti.

A sovrastare la sala è stato collocato un enorme calco, riproducente la superficie del masso di dolomia, crollato ai piedi del monte Pelmetto, dove sono visibili varie impronte di vertebrati riconosciute, per la prima volta in Italia, come orme di dinosauri. Sono queste a rappresentare l’elemento topico di questa sezione; una proiezione “olografica” su tale calco, ne evidenzia inoltre, in modo suggestivo, la disposizione in una vera e propria pista di dinosauri.